Medioevo

Il carattere ospedaliero delle istituzioni cavalleresche

Serie "Nobiltà e Cavalleria" #03

Data la fondamentale premessa secondo cui cavalleria e feudalità non si possono confondere insieme né sovrapporre concettualmente, ragione del progressivo differenziarsi della cavalleria dalla società feudale fu il principio della parità fra tutti i cavalieri, dovuto essenzialmente al possesso degli stessi bisogni e delle stesse aspirazioni (sì che il vincolo spirituale e la colleganza di sentimenti comuni valsero per altro verso a gettare i primi germi d’un loro universale ordinamento).

Troviamo così formata la nuova morale cavalleresca già all’epoca della prima crociata (sec. XI): quando nel 1076 le orde dei Turchi Selgiudici invasero l’impero arabo, impadronendosi di Costantinopoli e minacciando di asservire tutta l’Europa, cominciò una triste era di persecuzioni per i cristiani che si recavano in pellegrinaggio in Palestina e per gli addetti alle istituzioni ospitaliere sorte di conseguenza in Terrasanta per curare i pellegrini (mentre la fondazione di ospedali come quello di San Giovanni in Gerusalemme era stata dapprima assecondata dai Califfi, che avevano concesso libertà di culto, aiuto e protezione ai pellegrini contro il versamento di tributi annui).

Le successive persecuzioni nei confronti dei cristiani indussero il Pontefice Urbano II a bandire nel 1095 da Clermont, in Francia, la prima Crociata, alla quale presero parte tutti i cavalieri degli Stati cristiani, motivati spiritualmente dal verbo ieratico e ispirato di Pietro l’Eremita e capitanati militarmente da Goffredo di Buglione e Raimondo da Tolosa, che innalzarono la Croce di Cristo a emblema della grandiosa impresa.