Il motto del cavaliere era “la mia anima a Dio, la mia vita al Re, il mio cuore alla Dama, l’onore per me”, onde il cavaliere doveva abituarsi a difendere la fede, a porsi al servizio dei deboli e degli oppressi e a elevare il suo spirito nel culto platonico e romantico della donna, consacrandole pensieri e opere degne: tutto era poi idealizzato e permeato dalla coscienza di essere militi di Cristo e della sua Chiesa.
Altra caratteristica dell’educazione cavalleresca – accanto alla bravura nelle armi, al coraggio e allo spirito d’avventura – fu costituita dall’importanza attribuita dal cavaliere alla cortesia e al sentimento dell’onore, che nel significato equestre possono essere ricondotti ai concetti di galateo, rispetto verso il prossimo, benignità verso gli inferiori, fede nella parola data e al servizio di cui era investito, disprezzo di ogni viltà, amore di gloria militare, prontezza a dare, poca cura della ricchezza.
I doveri del cavaliere, pertanto, erano riassunti nel seguente decalogo:
- Crederai quanto insegna la Chiesa e osserverai i suoi comandamenti.
- Proteggerai la Chiesa.
- Rispetterai e difenderai i deboli.
- Amerai il paese dove sei nato.
- Non indietreggerai innanzi al nemico.
- Farai guerra senza tregua e senza grazia agli infedeli.
- Adempirai fedelmente i tuoi doveri feudali se non sono contrari alla legge di Dio.
- Non mentirai e non mancherai alla parola data.
- Sarai generoso e liberale con tutti.
- Dovunque e sempre sarai campione del diritto e del bene contro l’ingiustizia e il male.