Valutate da ‘KnowTheChain’ per: pratiche di acquisto, processi di monitoraggio e auditing
INTEL,
HP e
APPLE sono in cima alla classifica delle aziende tech più etiche. In prima posizione la compagnia californiana con sede a Santa Clara che quest’anno – in quanto a eticità – ha spodestato sia Hp che la ‘figlia’ di Steve Jobs. Le condizioni lavorative di chi opera nelle multinazionali devono essere monitorate a tutti i livelli per scongiurare forme di sfruttamento che talvolta vengono rilevate nei siti produttivi presenti nei Paesi meno sviluppati. E questo è cio che fa
KnowTheChain, la società di servizi specializzata nel settore che ha stilato la classifica. Ha preso in considerazione pratiche di acquisto, processi di monitoraggio e auditing. E mentre Intel, HP e Apple sono ai vertici della lista, tra le ultime c’è sia il gruppo con sede in Cina BOE Technology Group, che quello di Taiwan Largan Precision.
Secondo il rapporto, ì lavoratori che assemblano i componenti per le aziende tecnologiche sono spesso migranti vulnerabili con condizioni di lavoro a livello di sfruttamento, molti dei quali ridotti in schiavitù, privati del passaporto o di altri documenti. Circa zs mln di persone nel mondo sarebbero state costrette a lavori forzati nel zoi6, secondo quanto riportato dall’International Labor Organization e dal gruppo di diritti
Walk Free Foundation. Fortunatamente, negli ultimi anni queste moderne forme di schiavitù sono arrivate sotto i riflettori a livello mondiale e le normative e le pres-sioni dei consumatori stanno contribuendo a cambiare le cose, con catene di approvvigionamento libere da lavoro forzato, lavoro minorile e altre forme di schiavitù.